46 - Unioni civili: la nostra posizione.








18 gennaio 2016

Unioni civili: il nostro punto di vista.

A noi l'idea che certi problemi di natura esclusivamente personale siano demandati ad una regolamentazione di legge fa abbastanza specie. Pensiamo che sul tema dei diritti civili non ci debba mettere mano il legislatore, tranne che negli aspetti economici. E l'idea che la stepchild adoption possa essere dirompente per le pensioni di reversibilità ci fa abbastanza sorridere. Siamo anche ben convinti che i temi dei diritti civili –etici ed economici- non dovrebbero nemmeno far parte (con tanto di obbligo di legge) di un programma di governo. Dovrebbero essere temi trattati in via principale dal Parlamento e votati liberamente a voto obbligatoriamente palese da ciascun parlamentare.
La concezione arcaica per cui il sesso tra le persone adulte, la riproduzione, lo stare insieme, siano sempre sotto controllo della società é quella che vede la famiglia come uno strumento di produzione.
Perché poi imporre per legge una certa etica “comune” vuol dire farsi sbeffeggiare dal momento che in una società contadina il controllo dei movimenti delle persone era ferreo mentre in epoca di viaggi lowcost, hai voglia di controllare dove  come e con chi sta questa o quella persona.
L'idea stessa che una minoranza –sono sempre e soli i cattolici quelli che vogliono mettere la telecamera sul sesso altrui- pretenda di imporre un comportamento comune nelle relazioni personali non é certo quella di “cristiani adulti” che pochi di loro sanno dire anche alle peggiori gerarchie.
Perché poi, anche adesso, le persone si mettono assieme o si lasciano senza domandare nessun permesso e senza chiedere un euro ne allo stato ne alla chiesa, anzi!.
In una società dove ogni anno vengono ammazzate oltre cento donne dai rispettivi compagni (a vario titolo) e dove un migliaio di minori vengono abbandonati e abusati e spesso anche uccisi, volere imporre “un” modello di convivenza tra adulti e minori mi pare una solenne ipocrisia.
Tendenzialmente siamo  refrattari a commuoverci delle gerarchie ecclesiastiche, fossero pure il Papa Francesco, quando dalle loro parole e gesti sembrano emergere posizioni meno impestate. Ci arrabbiamo però quando un card. Bagnasco da una parte sostiene l'istallazione delle telecamere sul sesso dei cristiani e dall'altra asserisce che il problema é sempre “un altro”. Che poi é il lavoro: come se la società non lo sapesse. Prima che nascesse Bagnasco il popolo contadino sapeva di avere tre bisogni: pane lavoro casa scuola . E ce li ha anche la nostra società.
Ecco, nelle riforma costituzionale mettiamo che i temi etici  e personali non debbano essere regolati per legge ma solo per iniziativa personale tra le parti.

Il resto lasciamolo al buonsenso delle persone che se ce l'hanno…meglio. Se non ce l'hanno non glielo  ficca in testa nessuna legge.



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