44 - Sulle unioni civili (2)

LaRepubblica sponsorizza e stimola i dubbi del Quirinale sulle unioni civili




Pronte le modifiche del governo (ansa) Il nodo non è la stepchild adoption. Emendamenti dell'esecutivo punteranno invece a evitare equiparazioni col matrimonio vietate dalla Consulta di CLAUDIO TITO ROMA - "I costituenti tennero presente la nozione di matrimonio che stabiliva (e tuttora stabilisce) che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso". Questa frase negli ultimi giorni sta rimbombando nelle sale di tutti i palazzi della politica. Da Palazzo Chigi al Quirinale, dalla Camera al Senato. E in una certa misura li sta scuotendo. Provocando allarmi e riflessioni. In molti si stanno chiedendo quanto potrà incidere nell'esame della nuova legge sulle unioni civili. Il cosiddetto testo Cirinnà. Che a fine mese sarà all'esame dell'aula di Palazzo Madama (...) Perché a pronunciare quella frase non è stato un oscuro senatore. Ma la Corte costituzionale, nella sentenza emessa nell'aprile 2010. Quella decisione presa dalla Consulta quasi sei anni fa, si sta trasformando in un paradigma di riferimento per il provvedimento che sta dividendo al loro interno sia la maggioranza, sia l'opposizione. Il cuore dei dubbi infatti non sono più le adozioni ma il rischio che queste unioni civili siano "troppo" equiparate al matrimonio. E infatti proprio in queste ore i contatti informali tra il governo e il Quirinale sono stati intensi. Diversi membri dell'esecutivo hanno voluto chiedere una valutazione alla Presidenza della Repubblica. Per capire se nell'impianto del testo possano davvero emergere delle incoerenze di carattere costituzionale. Dal Colle la risposta è stata piuttosto precisa: il riferimento da prendere in considerazione è la sentenza 138 della Consulta. Mattarella si è tenuto ben lontano da giudizi o consigli nel merito del provvedimento. Il capo dello Stato non intende assolutamente intervenire nei contenuti di una legge ancora in discussione in Parlamento. E pur essendo stato favorevole alla legge sui Dico, proposta nel 2007 dal governo Prodi, esprimerà le sue valutazioni solo quando la norma sarà approvata e solo sulla base della sua costituzionalità. Ma proprio per questo il richiamo alla sentenza della Corte del 2010 (quando Mattarella peraltro non era ancora giudice costituzionale) ha fatto scattare l'allarme nel governo. Il problema, dunque, non è nella stepchild adoption. Ma semmai negli articoli2 e 3 del testo Cirinnà, quelli che rinviano alla disciplina del matrimonio
Intervista di Giovanna Casadio alla sen. Cirinnà sulle unioni civili




“Non c'é alcuna equiparazione con il matrimonio e non c'é niente da cambiare nel testo». Monica Cirinnà, senatrice dem, prima ?rmataria della legge sulle unioni civili, non é disposta a ritocchi. Dice che “é stata già accolta l'indicazione della Consulta del 2010 nella ”sua" legge, e perciò le unioni civili sono definite subito, e a scanso di equivoci, “formazione sociali speci?che” , con ciò ponendo "la giusta distanza da quel dettato della nostra Costituzione compie all"articolo 29,- in cui si parla dei “diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». " Cirinnà, ora c'é il timore che le unioni siano troppo simili a un matrimonio vero e proprio? . “Sicuramente nella maggioranza di governo, i centristi dell'Ncd chiedono maggiori differenze tra unioni civili e matrimonio. Questo però non é un punto che sia stato sollevato nel gruppo dem al Senato, dove l'unica divisione resta sull'articolo 5, cioé sulla stepchid adoption che preferirei chiamare in italiano “adozione co—parentale di bambini nella coppia». A parte la questione adozione. Non crede che sia proprio l'articolo 2 della legge a creare sovrapposizioni con il matrimonio? “No. Per specificare il fatto che persino i riti sono diversi, per l'unione civile sono escluse tutte quelle pratiche di natura simbolica che esistono per il matrimonio. Quindi per le coppie omosessuali non ci sono le pubblicazioni, si va in municipio con i testimoni. Per il rito matrimoniale il sindaco deve leggere gli articoli del codice civile sul matrimonio. Mentre nell"unione civile il sindaco si riferirà esclusivamente al- le norme contenute nella legge. Sull'uso del cognome: nell'unione civile é una opzione”. Una sentenza della Consulta del 2010 mette sull'avviso: bisogna fare una legge ma non matrilnoni gay'? ' “Quella sentenza, la 138 del 2010, é stata il faro del testo. Perché invita a "dare un riconoscimento giuridico alle coppie composte da persone dello stesso sesso" . Aggiunge: "Ne deriva che nell'ambito applicativo dell'articolo 2 della Costituzione spetta al Parlamento

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