42- Il caso di Quarto e Curno








17 gennaio 2016















A Curno, nella primavera del 2007 a distanza di un mese e mezzo dalle elezioni convocate, il sindaco FI, UdC, Lega viene mandato a casa perché la maggioranza del consiglio comunale da le dimissioni. Alle dimissioni delle minoranze di centrosinistra si aggiungono di alcuni leghisti e dei forza italioti e il ”sindaco del buongoverno”(cit) Gandolfi  si trova a dovere consegnare le chiavi del comune la sera stessa prima di andare a casa a consiglio comunale terminato. Segue una brevissima gestione commissariale e poi il nuovo consiglio a guida Serra, diciamo un centrosinistra (tra)vestito arancione come andava di moda in quel momento.

Gandolfi non era mai stato in politica, nessun curnese sapeva che lavoro facesse (e faccia tuttora) e che scuola avesse frequentato, viene proposto da un ex dc di FI a due partiti Lega e Forza Italia che si stavano scannando sulla scelta del candidato sindaco. Il candidato in pectore per la Lega era Pedretti, autorevole leghista indigeno mentre in FI si agitavano molti nomi  tra cui spiccava Innocenti. In buona sostanza FI aveva rivendicato il diritto ad avere il candidato sindaco per via del miglior risultato elettorale conseguito nelle elezioni politiche precedenti e Pedretti aveva malamente incassato la sconfitta. Seguiranno cinque anni di reciproche ripicche con un modo di governare da parte del Gandolfi che definire “originale”  sarebbe più generoso che politico.
Gandolfi -2007/2012- si trova a governare in due frangenti drammatici di cui non tare le dovute conseguenze.
Il fatto più divertente e che per certi versi approssima moltissimo Curno a Quarto é la vicenda dell’”aggetto siffredico”. Vale a dire un surdimensionamento  di un immobile di proprietà del padre del Gandolfi, dove gli stessi Piga e Gandolfi hanno una micro-società di pubblicità creatrice di “flayer” industriali di elevatissimo (sic) successo mondiale. La definizione di “aggetto siffredico” viene data da un bontempone quando si viene a sapere che questo “abuso edilizio” consisterebbe un una maggiore dimensione di 45 cm (… Rocco Siffredi docet…). Il fatto é che la denuncia dell’abuso edilizio- direttamente in Regione- sarebbe avvenuta da quel che si comprende dalle mille allusioni  dentro la “Latrina di Nusquamia” per mano del consigliere regionale Pedretti. Evidente l’uso politico dell’…abuso: far dimettere il sindaco.

Intanto che il sindaco si diverte ad appioppare agli assessori ed ai consiglieri le sue lezioni di alta strategia, scoppia la crisi edilizia nazionale e quindi i maggiori “attori del territorio” indigeni immaginano ancora di portare a casa anche a Curno alcuni sostanziosi piani integrati. Gandolfi asseconderà gli interessi di vari “attori del territorio” (cit) portando in approvazioni  parecchi piani integrati che sostituiscono vecchie edificazioni con nuove. Incasserà sostanziosi e generosi oneri ma dovrà fronteggiare il blocco degli investimenti dovuti alle norme europee e nazionali. Unica possibilità di spendere i soldi incassati dal comune ma bloccati da Roma poteva essere quella di chiudere i vecchi mutui: come hanno fatto gran arte dei comuni in quegli anni.
Purtroppo chiudere anticipatamente i mutui ha un costo e quindi non era e
non é detto che l’operazione sia ragionevole per tutti i mutui pregressi.
Gandolfi si intesterà l’aura del buongoverno per avere ridotto  il debito del comune ma é  un’aura abusiva in quanto determinata dalle scelte nazionali e non dalla sua testolina.

Premiando ora le cordate degli immobiliaristi di area leghista ora quelli di area forzista o fascista, Gandolfi sperava di garantirsi il benvolere per la sua seconda ricandidatura e nel contempo voleva consegnare al paese un futuro luminoso in cui spiccasse la casa ecologica al posto di “casa Naldi” (con un notevole aumento di volumetria nella piazza del municipio). Buon ultima l’idea dell’ “ecomostro” (cit) sul parcheggio dello StopLine in via Fermi-Briantea, su progetto dell’arch. Bodega.
Gandolfi non comprese che dopo avere approvato TUTTI i progetti di piani integrati di cui sopra (oltre 100.000 mc ) quegli  “attori del territorio” , nel pieno della crisi edilizia, avrebbero fatto fuoco e fiamme per impedire l’avvento di un concorrente immediatamente adiacente e che per caratteristiche avrebbe reso obsoleti i loro investimenti.

Angelo Gandolfi tramite le sue innumerevoli pubblicazioni ( definite dal popolo “le carteglorie” per il tipo di impaginazione linguaggio ) a stampa e in rete, assieme al suo spin-doctor Claudio Piga da Trezzo si renderà protagonista e lo é tuttora di una lotta senza quartiere verso ogni sorta di associazione presente sul territorio.
Si contano a  migliaia gli interventi sulla Latrina di Nusquamia contro le “liste cosiddette «civiche», in realtà farlocche, vecchie e nuove”, contro la “sindachessa, regina crudele come Maria Antonietta «l’Austriaca”, contro “la stampa anglorobicosassone che li tratta a pesci in faccia” , contro le associazioni del posto (una finissima definizione del duo Piga-Gandolfi: “associazionismo lobbistico sul quale si è costruita una mistica stomachevole). Insomma contro tutti tranne quelli che non lodino il “sindaco del bongoverno” (cit) e il suo spin-doctor in trasferta da oltre Adda.

Ma nella Latrina di Nusquamia compaiono anche messaggi mafiosi vedi questo di un certo “Revisore” (che ha tutta l’aria di essere un ex assessore) che risponde a un certo Andreij: “(…)Del pasticcio della Coa lei non sa nulla vero caro il nostro Andreij? Lo sa chi era il Vicesindaco della Morelli e di chi è il papà? Per chiarezza di rapporto le darò una dritta. Papà Vicesindaco e Coa sono soggetti connessi. Si potrebbe andare avanti di brutto, non si offende vero Andreij?”. Laddove se fosse vera una notizia del genere mister Cantone e i Carabinieri avrebbero MOLTO da dire.

Gandolfi “sindaco del buongoverno” ha sempre voluto costruire una sua immagine di soggetto del tutto autonomo (dagli “attori del territorio” come dai partiti che l’avevano eletto) mentre in realtà i piani integrati di varia sponsorizzazione li condivise e li approvò: e questa é la vera storia di una amministrazione.
Basta poi leggere cosa scrive o confessa “in chiaro” il suo spin-doctor Piga: dopo aver ottenuto che l’uomo di paglia (Gandolfi n.d.r)  (così pensavano) li portasse alla vittoria, i rappresentanti dei partiti si accomodano e fanno i furbetti. Senza perder tempo, si accingono a mettere il sindaco da parte (tanto più che il neosindaco è nuovo del mestiere). Gli mettono accanto una segretaria comunale “determinata”, gli creano difficoltà, poi (bontà loro) rimuovono le difficoltà (quando le rimuovono). Ma è proprio con queste difficoltà che diventano importanti. In Consiglio comunale la lista “Gandolfi per Curno”, sotto la cui egida i partiti hanno vinto le elezioni, viene immediatamente soffocata. I consiglieri ricevono l’ordine di creare i gruppi consiliari intitolati ai partiti: obbediscono. I partiti (e i centri di potere reale, per i quali i partiti hanno un occhio di riguardo) promuovono un cammino di governicchio che è in palese contraddizione con lo spirito con il quale il Gandolfi li ha portati alla vittoria. (…)
La storia della nuova amministrazione di Curno somiglia dunque, perlomeno all’inizio, alla trama di un film del 1964, Becket e il suo re, dove Thomas Becket (interpretato da Richard Burton), è nominato vescovo di Canterbury da Enrico II d’Inghilterra (interpretato da Peter O’ Toole). Il re intendeva fare del vescovo una pedina del suo gioco di potere, Becket invece prende la missione affidatagli molto sul serio e per essa sarà ucciso da quattro cavalieri che intendono, così facendo, acquisire benemerenze nei confronti del re. È la storia narrata in Assassinio nella cattedrale, di T.S. Eliot.
Neanche Gandolfi, però, è un uomo di paglia, i partiti non dureranno fatica ad accorgersene. A un certo punto il sindaco si domanda se è giusto che lui faccia da paravento alle manovrine di uomini politici che non sono nemmeno machiavellici (magari!), sono soltanto uomini politici di paese.

Altrove sempre sulla latrina di Nusquamia lo spin doctor Piga scrive:
“E i signori del territorio stabilirono che Gandolfi dovesse essere disarcionato. Ed ecco che il 19 marzo 2007 la c.d. sinistra, pedrettisti e quinta colonna si presentano di buon mattino in Municipio, capitanati da un gongolante Pedretti, per firmare le proprie dimissioni dal Consiglio comunale di Curno.  Sono otto consiglieri e un assessore (quest’ultimo è un esponente della quinta colonna): con questa imboscata e questo tradimento cade finalmente l’amministrazione Gandolfi, invisa ai signori del territorio”.

Quando si scrive di avere amministrato un comune in queste condizioni con un segretario comunale (donna) che così viene descritta sulla latrina: (i partiti: n.d.r) “gli mettono accanto (a Gandolfi n.d.r.) una segretaria comunale “determinata” (che vuol dire gli remava contro: n.d.r.) ; quando si viene ricattati per l’”aggetto siffredico”; quando si finge di resistere alle pressioni dei partiti che lo hanno eletto ma poi si mandano vanti e si approvano tutti i piani integrati pretendere di passare per un Beket, é piuttosto dura da far credere anche al più “bevuto” dei cittadini.

Quando poi si sfruttano i soldi incassati coi piani integrati per cancellare alcuni debiti pregressi (unica manovra possibile alla luce delle leggi allora vigenti) questo significa  una “concordanza di fini e interessi” tra il “sindaco del buongoverno” coi vari “attori del territorio” e e quelli manifestati dai vari gruppi politici (che hanno alzato la manina per votare si a quei piani).

Che rapporto ci sta tra la vicenda del sindaco di Quarto Capozzo e la vicenda Gandolfi già sindaco di Curno ?. La lettura dei fatti  parla chiaro. Entrambi hanno subito precise pressioni e non sono andati dai giudici e denunciare le vicende di cui furono direttamente coinvolti. Non si possono scrivere  le cose lette sulla latrina di Nusquamia come fossero barzellette: li si scrive chiaramente che dentro la maggioranza del sindaco Gandolfi c’era chi brigava per favorire interessi privati e il sindaco stesso –approvando i piani integrati- li ha qualche volta assecondati mirando apertamente a sfruttare il risultato di questo scambio politico  per costruirsi e presentarsi come “sindaco del buongoverno”.

La differenza tra Curno e Quarto sembrerebbe notevole perché a Curno 9 consiglieri (compreso un assessore) vedendo ormai le elezioni vicine danno le dimissioni e così decade il consiglio e quindi anche il sindaco. Mentre a Quarto pare che il consiglio voglia andare avanti nonostante il palese inquinamento mafioso subito.

La realtà invece é più complessa. I nove auto-dimissionari di Curno non hanno intrapreso quella azione in difesa della democrazia dalle infiltrazioni degli interessi dei c.d. “attori del territorio” tramite i vari gruppi consigliari di maggioranza (ecco cosa scrive lo spin doctor Piga: I consiglieri ricevono l’ordine di creare i gruppi consiliari intitolati ai partiti: obbediscono) ma semplicemente perché  dopo tutti quei piani approvati e con tutta l’edificabilità ancora possibile dal PRG-PGT, di fronte alla crisi economica ed edilizia che ormai si profilava, ogni “aggiunta” edificatoria avrebbe compromesso le precedenti e quindi andava bocciata.

L’”ecomostro” di via Fermi-Bergamo  diventa quindi l’occasione – a ridosso delle imminenti elezioni- per premiare “gli attori del territorio” che erano … arrivati per primi.

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