Chi lavora per poco, vale poco.
Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei
Giornalisti: “Sono molto amareggiato. A Matteo Renzi non raccontano la verità.
Un uomo intelligente, quale io credo che sia (davvero ci crede …? N.d.R) , non
può dire che un giornalista pagato 4920 euro lordi all’anno non è uno
‘schiavo’. Io ho posto un problema”. Renzi gli aveva appena ripetuto che fosse
stato per lui avrebbe abolito l’ordine. Jacopino pare un uomo del passato e non
se n’é accorto. In Italia la qualità media dei giornalisti é assai bassa e gli
stipendi ridicoli che pagano gli editori non sono solo una questione di
interessi (degli editori) ma derivano soprattutto dalla bassa professionalità
del personale che si propone agli editori come giornalisti. Troppi giovani si
avviano in quella professione spinti dall’ambizione senza avere le basi per esserlo e quindi, anziché
fare mestieri meno luminosi ma più adatti alla loro preparazione, si consolano
con salari bassi incolpando il giove pluvio che non li riconosce. Jacopino
aggiunge: “Una collega mi ha scritto dicendo che aveva finito i suoi 288
articoli e adesso, in base a quella che io chiamo una ‘sinergia criminale’ tra
Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana) e Fieg, il gruppo editoriale
per cui lavora le ha detto che per tutti i pezzi in eccesso che scriverà le
darà 120 euro lordi annui”. Forse
quella collega non ha capito che deve cambiare mestiere perché indubbiamente
l’editore é un furbo (ladrone), ma soprattutto lei che ha accettato quelle
condizioni é una fessa.
La miseria di
3470€ di pensione netta.
Pure Ombretta
Colli, 72 anni di vita, moglie di Giorgio Gaber ( di
cui è vedova da 13 anni) e fedelissima di Forza Italia dalla metà degli anni
'90 ( quando Berlusconi fece la sua "discesa in campo") fino ad oggi,
ormai é in pensione. Sulle insinuazioni riguardo alla "scalata politica" (
deputato, parlamentare Ue, Presidente della Provincia di Milano, tre volte
senatrice) usata solo per assicurarsi una pensione d' oro sul finire della
carriera, la Colli non ci sta: "Lei pensa che sia arrivata a questo punto della mia vita
per scandirla sulla pensione di senatore? Le faccio vedere quant'è: 3470 euro
mensili (netti)".
Davvero poca. Peccato che il 90% degli italiani pensionati,
quella cifra se la sognano. E di Renzi ? “
Boschi e renziani vari, por favor, sono figli di papà che si sono messi a fare
cose più grandi di loro". Meno male: ci pensavo anch’io. Ma vai a …!
Democrazia on demand
di
Sebastiano Messina – LaRepubblica.
Era
bellissima, la democrazia diretta che prometteva Grillo: i cittadini che
discutono su Internet e poi approvano o bocciano le leggi, e i “portavoce”
in
Parlamento che votano di conseguenza. Purtroppo, non c'e stato modo di
consultare gli iscritti sulla riforma del Senato. Neanche sul Jobs Act. E
neppure sull’Italicum. Non è stato possibile un referendum sull’alleanza con
Bersani, né su quella con Farage. Non si e potuta indire una consultazione
online sui nomi da votare alla Rai. O alla Corte Costituzionale. O al CSM.
Non
c’e mai il tempo, purtroppo.
Però
ogni volta si apre un interessante confronto democratico, davvero senza
precedenti: da una parte chi invoca un libero dibattito nel movimento,
dal1’altra Beppe Grillo. Il quale, dopo aver attentamente ascoltato chi
dissente, indice subito un referendum online.
Per
espellerlo.
Perizia sul pisello dei porno attori
di Rosa Coppola – Corriere del Mezzogiorno.
Una perizia sui pornoattori, anzi sul
«sesso» di chi «recitò» sul set con Sara Tommasi. A disporla è la pm Elena
Guarino della Procura salernitana nell’ambito del processo sulle presunte
violenze subite dalla showgirl. Nello specifico, si tratta di una «consulenza
tecnica» sul membro dell’attore e del cameraman che lo sostituì in scena. La
particolare perizia — che si inserisce nel quadro giudiziario del processo che
vedrebbe vittima la showgirl che ha denunciato presunte violenze sessuali
subite durante le riprese del film “Confessioni private”, girato in un
agriturismo di Buccino, provincia di Salerno, nel 2013 — è stata affidata a un
ingegnere elettronico, dal momento che avverrà tramite l’analisi dei fotogrammi
del video.
Il magistrato ha deciso di far
eseguire tale perizia dopo le dichiarazioni dell’attore protagonista del film
con la Tommasi il quale sostiene di aver ricevuto un danno all’immagine da
quella sostituzione improvvisa affidata al cameraman. Una sostituzione
avvenuta, secondo i verbali, perché l’attrice era in uno stato confusionale
tale da non consentire all’attore una buona performance.
Dichiarazioni che avallerebbero la tesi dello stato di disagio in cui versava la Tommasi che ha sempre sostenuto di essere stata violentata in scena. La perizia per adesso verrà eseguita sui fotogrammi del film.
Dichiarazioni che avallerebbero la tesi dello stato di disagio in cui versava la Tommasi che ha sempre sostenuto di essere stata violentata in scena. La perizia per adesso verrà eseguita sui fotogrammi del film.
Non si sa se ridere o piangere (é il
nostro commento).
Signorini, si dia da fare.
29 dicembre
2015
Curno: consiglieri comunali (laureati)
che non conoscono tutta la Costituzione.
Il consigliere comunale (di Curno)
Paolo Cavagna della lista FI-Lega e la consigliera Sara Carrara della lista
Consolandi, rispettivamente ex lega ed ex AN, hanno presentato due mozioni
pressoche identiche circa la presenza di un extracomunitario abitante “in via dei Fossi” .
Questa di “via dei Fossi” (una via che
NON esiste a Curno) é una invenzione democristiana (quindi immaginate di quanti
anni or sono) per creare un riferimento certo a persone capitate e persistenti
in paese per caso e quindi sostanzialmente
con rifermento al municipio. Insomma: se arriva un messaggio a uno che abita
in via dei Fossi lo si recapita all’ufficio dei servizi sociali del comune che
sa a chi consegnarlo.
Il Cavagna “presuppone di origine nord
africana” ( valuta che il tipo sia) mentre la Carrara lo gibolla subito come
nord africano.
Si potrebbe aprire un discussione su
come sia riconoscibile un nord africano rispetto a un centro africano ma queste
sottigliezze ne sono specialisti solo il duo Cavagna-Carrara.
Secondo il Cavagna il nordafricano
dormirebbe presso l’ufficio dei servizi sociali del comune mentre per la
Carrara dormirebbe sotto i porticati di un condominio.
Interessante e molto cool anche il
resto della interrogazione della Carrara, che si dilunga in una serie di
peteguless sui fatti privati del soggetto, reo di fumare e di cellula rizzare.
Per chi se ne intende vale piuttosto la
pena di prendere nota della grammatica sintassi e contenuto delle due
interrogazioni e -in ultimo ma forse per
primo- della grafia delle rispettive firme di codesti consiglieri. Come sapete spesso le aziende fanno esaminare le firme dei potenziali assunti da parte di uno
psicologo.
La Carrara interroga pure sulla spesa di 1700 euro destinati a
realizzare un “corso di italiano rivolto a donne straniere”.
Dalle risposte della sindaco Serra
emerge che la dottoressa Sara Carrara (perché la Carrara ha anche una laurea)
non conosce ben tre articoli della Costituzione Italiana: 3, 33, 34.
Se combiniamo i caratteri delle firme,
la grammatica, la sintassi, il contenuto delle tre interrogazioni dei
consiglieri Carrara-Cavagna che scrive : “definiti e considerati razzisti
(sempre che sia un dispregiativo)” ci si domanda se non sia il caso di fare un
esame ai consiglieri di buona scrittura
(e lasciamo perdere la psicologia…), di conoscenza della Costituzione nonché
della grammatica e sintassi italiane.
Magari far loro sostenere l’esame con
una maestra “che si presupponga di origine nord africana” sicuramente meglio
preparata di loro nello scrivere e nel conoscere la nostra Costituzione.
Una critica pure alla sindaco Serra per
il tono schizzinoso e piccato della risposte.
Il materiale informativo sulle
interrogazioni e risposte lo trovate qui:
Chi é
il cialtrone?
Il Claudio Piga da Trezzo, spin doctor dell’ex sindaco Angelo Gandolfi
tenutario della latrina di Nusquamia, dopo avere pizzicato il “gatto padano”,
il Max Conti (segretario del PD curnese), il Paolo Cavagna (relitto forzista
leghista in consiglio comunale), il Roberto Pedretti autoesiliatosi dalla Lega
Nord, l’orecchino di Scanzi, la “fichitudine” della Boschi per non dimenticare la nemmeno troppo
sotterranea accusa di filo brigatismo rosso appioppato alla consigliera
Bellezza per il suo essere fieramente femminista, oltre un’altra mezza dozzina
di “politici” locali che naturalmente non lo degnano di una risposta (loro li
provocano apposta sperando che scrivano sulla latrina) alza il tiro e va a lordare
anche nel fessbuc del Marco Belotti segretario bergamasco della Lega reo (si fa
per dire) di avere ripreso dal diario di Mauro Corona una cartolina natalizia di
auguri dello stesso Corona. Che come minimo é un abuso di potere. C’é quindi
per il Piga l’occasione per smerdare pure quello: “foto di Mauro
Corona “ggiovane”, sportivo e probabile nonnetto iperattivo (…):beh, il Mauro
Corona è un simpatico cialtrone, per esempio quando si fa intervistare in
tenuta alpina con quella bandana da pirata. Probabilmente non ha notato che il “ggiovane” sia fotografato
con tanto di barba bianca e che quindi solo uno mal vivente (staccati…) come il
Piga può vederci un’immagine contraffatta. Corona l’ho incontrato per caso
quest’anno all’EXPO, non mi pare differente da come sia nella foto.
Che
poi un Claudio Piga, agli onori delle cronache letterarie per un capolavoro
come “Le vegliarde di Trezzo” (http://www.webalice.it/claudiusdubitatius/Nugae/Vegliarde_Trezzo_Adda.htm ) dia del simpatico cialtrone ad uno spaccapietre montanaro che ha scritto una
quarantina di libri e ne ha venduto almeno mezzo milione di copie, beh, si, é
davvero un simpatico cialtrone. Il Claudio Piga però.
Se perdo vado a casa. Promesso!
Le elezioni di medio termine con cui gli italiani potranno
dare il proprio giudizio sul governo e su Matteo Renzi non saranno quelle amministrative di primavera. Piuttosto, a fare il
tagliando al governo, sarà il referendum che, intorno alla metà di ottobre,
dovrà confermare le riforme istituzionali. “Se
perdo il referendum considero fallita la mia esperienza
politica” è la sfida del presidente del Consiglio nella
conferenza stampa di fine anno (fluviale, due ore e mezzo), dichiarazione che
vale doppio visto che poco prima aveva assicurato che “questo è il mio ultimo
incarico pubblico“. Certo, la sfida sembra “facile”, i sondaggi
danno il sì come stravincente, ma la sicurezza del capo del governo non deriva
dalle indagini sulle opinioni (“Mi interessano di più quelli sui consumi degli
italiani”) piuttosto dal lavoro fatto dal governo con il quale, dice, si
registra la vittoria della politica contro il populismo per 4 a zero. …
Il fatto Quotidiano – 30 dicembre 2015-12-30
Abbiamo seguito la conferenza di Renzi e la prima ora delle domande dei
giornalisti al PdC Renzi e ci siamo annoiati specialmente per la banalità delle
domande e la logorroicità delle risposte. Volenti o nolenti, che piacciano o
meno, quello é il lavoro fatto da un governo nato da un Parlamento dove il PD
ha vinto e perso contemporaneamente. Ringraziando Bersani per il colpaccio di
avere condotto ad una mezza vittoria o una mezza sconfitta un PD che aveva
tutte la carte per vincere bene quelle elezioni. Con tale materiale
umano-politico e il casino delle elezioni presidenziali la soluzione Letta
prima e Renzi poi era inevitabile. La
stima di Renzi nella popolazione deriva soprattutto dalla sua pervicace volontà
di rompere quel clima di consociativismo sopravvivenziale della casta che questa pretende sia letto come volontà
(da parte della casta) di fare bene le cose mentre da qualche lustro conclude
sempre con una lunga e piacevole permanenza romana a riscuotere soprattutto una
lauta prebenda che, male che vada, garantisce a tutti una bella casa e un buona
pensione.
Del resto la fine di FI e l’avvento dei 5S non poteva dare una svolta anche
al pantano cattocomunista che c’é in gran parte del vecchio PD e della sua c.d.
“sinistra”, olimpionica campionessa della propria auto sopravvivenza nei
secoli.
L’attenzione silenziosa
degli intellettuali.
In prima linea contro il
berlusconismo, oggi gli intellettuali tacciono imbarazzati di fronte al giovane
premier. E lasciano il monopolio della critica alla generazione dei “vecchi”.
Inizia così l’articolo di Marco Damilano su
Il suo articolo é un massimo esempio di eccellente copia incolla per
giustificare la SUA affermazione. Niente di illecito o furfantesco riportare i
giudizi degli intellettuali mezzo cinquantenni del momento anche se –pur non
negando il titolo ai nominati nell’articolo- magari come “intellettuali”
individuiamo più un Cordero uno Zagrebelski un Ainis un Umberto Eco e perfino i due Boeri piuttosto
che questo gruppetto di rapidi spigliati pennaioli (bravi di penna non penne
vendute) politicamente corretti a
sinistra.
Marco Damilano soprannominato “il piagnina” da quando lo
vediamo-sentiamo con la Gruber sulla 7.
Pare sempre il ragazzino che rivendica la caramella che sarebbe stata scippata
e ciucciata dal compagno.
Damilano rimpiange la vecchia classe politica e intellettuale dove personaggi
e schieramenti erano dei quadri perfettamente riconoscibili appesi alla sacre
pareti delle redazioni.
Confondere il tragico periodo dei governi Berlusconi-Bossi con l’attuale
vuol dire non avere capito nulla dell’Italia che s’é finalmente scrollata di
dosso un criminale pattume.
Il Renzi fa il massimo possibile col materiale umano e politico che s’é
trovato e gli intellettuali mezzo cinquantenni lo stanno osservando in silenzio
non tanto per complicità ma col dovuto stupore rispetto a quel che fa.
Concerto di fine anno in una scuola di Gaza
RT (https://francais.rt.com/programmes/enquetes-speciales/8314-musique-de-guerre ) va visiter une école de musique à Gaza, au
moment où les élèves préparent le concert de fin d’année. Bien qu’impuissante à
faire reculer la violence, la musique leur permet tout de même de garder
l’espoir qu’un jour ce conflit prenne fin.
Même si Gaza est une zone de
conflit, il faut bien que la vie quotidienne de ses habitants continue. Pour de
nombreux enfants qui ont grandi dans un climat de violence dès leur plus jeune
âge, la musique est devenue une importante source de réconfort. RT va visiter
une école de musique à Gaza au moment où les élèves préparent le concert de fin
d’année. Leur
expérience de la guerre les unit tout comme leur passion pour la musique. Ils
ont survécu aux destructions, enduré l’horreur des bombardements et vu la mort
de près. Certains l’ont regardée en face. Bien qu’impuissante à faire reculer
la violence, la musique leur permet même de garder l’espoir qu’un jour ce
conflit prendra fin.
Il filmato su YOUTUBE (172 Mb)
Nessun commento:
Posta un commento