17 - Inquinamento: un po' per uno fa male a tutti







28 dicembre 2015

Inquinamento: se non dici la tua non sei nessuno.

Tutte le città della illustre Padania hanno sforato di molte decine di unità le giornate di supero del PM10. Un  tragicomico divertimento é stato osservare la pressoche unanime mancanza di solidarietà tra sindaci. Che vuol dire anche dei cittadini. Nella città metropolitana di Milano, assieme al capoluogo hanno aderito alle limitazioni del traffico 13 comuni. A Bergamo hanno aderito (finora: lunedi 28 mattino) … nessuno, nemmeno quelli del PD.
Ovviamente i quotidiani assemblano le mille dichiarazioni (idiote dei vari politici, tutti meritevoli di gogna visto che hanno alle spalle decine di anni di governo.
Il tragicomico é che contrariamente a quanto ritiene la maggior parte degli italiani, l’inquinamento atmosferico nelle nostre città è in calo da svariati decenni. Pensiamo, ad esempio, alle famigerate polveri sottili, quel PM10 che, ci dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta il parametro più significativo per valutare gli effetti sulla salute. Ebbene, nei primi anni ’70 in una città come Milano o Torino, la concentrazione media annuale di queste polveri era superiore ai 150 microgrammi per metrocubo di aria. Oggi le centraline di rilevamento ci forniscono valori medi nell’intorno dei 40-50 microgrammi. Vi è quindi stata una flessione dell’ordine del 70%.

In questo casino mi pare che IL problema non sia il PM10 ma l’assoluta inutilità delle Regioni. Preso atto dal lontano 1963 che la Padania é un catino di monnezze aeree (e non solo quelle volatili …) é evidente che solo delle scelte adottate da tutte le regioni padane possono avere qualche esito positivo che non siano solo le paginate dei quotidiiani e i servizi delle TV.
Il casino succede sempre con un programma ben noto (da mezzo secolo). Stagione fredda o nemmeno troppo fredda, mancanza di precipitazioni per oltre un mese, riduzione delle ore di insolazione e la situazione precipita. Quindi scoppia il caos dei provvedimenti a macchia di leopardo, ragion per cui di lunedi mattino il cittadino che dovesse viaggiare in giornata toccando  due tre città lombarde dovrà destinare mezzora del suo tempo collegato alla rete per studiare le varie disposizioni sindacali, le soluzioni alternative ecc. ecc.
Senza contare le alte lamentazioni del negozianti e dei pensionati che se togli la macchina (ai clienti e al pensionato con cappello e pelliccia in auto) si sentono come costretti a Buchenwald.

La conferenza delle Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli) devono stabilire una politica comune (entro 5 anni) per:
- passare al trasporto pubblico solo con mezzi elettrici o a metano. O metro e tranvie.
- stabilire orari comuni di totale chiusura al traffico delle città e nel contempo decidere una tariffa unica giornaliera (p.e.: 1,5€ per tutte le 24 ore) del trasporto pubblico.
- decidere percorsi dei mezzi pubblici alternativi nei giorni di chiusura (nel senso di potere concentrare l’offerta sugli assi principali da-verso i parcheggi esterni).
- decidere orari di apertura-chiusra dei negozi, uffici pubblici e servizi lungo un arco di 2-3 ore.
- avviare la ricostruzione della città per secondare questi nuovi comportamenti.
- garantire l’accesso alla rete ad alta velocità/capacità di 100Mb/sec ad un prezzo giornaliero di 1€ in modo da favorire il lavoro a domicilio.

- rendere obbligatorio per ogni ente pubblico o privato (oltre i 10mila mc di edificato) la predisposizione di girasoli solari e di accumulatori per l’autoconsumo integrali abbattendo a pochi cents il costo del trasporto-distribuzione  di energia elettrica (che oggi incide molto più del prezzo dell’energia stessa).

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